​Digital product passport: tra obblighi normativi e nuovi orizzonti

All’interno delle iniziative europee del Green Deal, insieme ad altri regolamenti, è stato pubblicato l’Ecodesign for Sustainable Product Design (ESPR), che introduce il Digital Product Passport (DPP). Il regolamento ESPR è stato approvato nell’aprile 2024, e i suoi criteri di applicazione verranno completati dagli atti delegati, la cui pubblicazione è prevista tra il 2024 e il 2030, coinvolgendo anche il settore del Tessile e Calzature. 

L’introduzione del Digital Product Passport diventa centrale per promuovere un cambio di paradigma nella diffusione di informazioni più rilevanti lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e propone un approfondimento sul riciclo e il riutilizzo di prodotti e componenti in ottica di Economia Circolare. 

Ad oggi la normativa prevede che il DPP dovrà avere un identificativo univoco dei prodotti ed essere accessibile elettronicamente tramite un data carrier, seguendo dei requisiti di compliance come gli standard ISO/IEC.

Il sistema di standard GS1, aperto e globale, permette la creazione e l’accesso al Digital Product Passport, a prescindere dai dispositivi o dalle tecnologie impiegate.

In particolare, gli standard GS1 (ISO-compliant) dedicati all’identificazione, alla raccolta e alla condivisione delle informazioni — come il QR code standard GS1— rivestono un ruolo chiave per il DPP. Questo consente ai consumatori, ai punti vendita e a tutti gli attori della filiera di accedere ai dati del prodotto online o tramite la scansione di un unico codice a barre con uno smartphone.

Adottando le soluzioni già in uso basate sugli standard GS1 per supportare le iniziative di economia circolare, le aziende possono muoversi in modo rapido ed efficiente per soddisfare i requisiti normativi, aprendo le porte a nuove opportunità.

Per approfondire, consulta la documentazione

Standard GS1 e Digital Product Passport per una filiera sostenibile e digitale