La storia del codice a barre
Da quando è stato inventato, ai giorni nostri
L’invenzione... un giorno sulla spiaggia
L’idea del barcode nasce su una spiaggia in Florida sul finire degli anni Quaranta.
Gli ideatori sono Bernard Silver e Norman Joseph Woodland: vengono sollecitati dal direttore di un supermercato a lavorare sull’idea di un codice per marcare i prodotti, che permetta il riconoscimento automatico alle casse e che renda più veloci code e pagamenti.
La soluzione arriva durante una giornata al mare: Woodland comincia a disegnare sulla spiaggia dei punti e delle linee orizzontali, che provengono dal codice Morse; si accorge che, se con le dita allunga in verticale quei segni, i tratti originati dai punti si trasformano in solchi più stretti che, accanto a solchi più larghi originati dalle linee, fanno di quel disegno un possibile nuovo codice.
Su quella spiaggia ha preso forma quello che, da lì a poco, sarebbe diventato il codice a barre.
Dall’originale disegno fatto sulla sabbia quel giorno al mare da Norman Joseph Woodland e Bernard Silver non ne segue subito il codice a barre come lo conosciamo tutti noi.
Dapprima si prova con un disegno a cerchi concentrici, ritenuto più adatto alla lettura da diversi angoli.
Ma il sistema “lineare” delle barre risulta vincente. Un insieme di segni grafici che può essere letto da più direzioni, senza che l’identificazione di un prodotto sia vincolata alla posizione nella quale si presenta alla cassa.
Ecco il codice a barre GS1: arriva lo standard
Il 31 marzo 1971, un gruppo di aziende leader si accorda per utilizzare un "codice universale di prodotto" per l'identificazione del prodotto. Questo identificatore oggi si chiama Global Trade Item Number, il GTIN.
Formano un comitato per lo sviluppo delle linee guida e la selezione dei simboli e due anni dopo - il 3 aprile del 1973 - approvano il simbolo UPC (Universal Product Code): nasce il codice a barre GS1.
Il primo bip
Poco più di un anno dopo, il 26 giugno 1974 alle 8:01 del mattino, in un supermercato Marsh a Troy nell’Ohio, la cassiera Sharon Buchanan scansiona per la prima volta il barcode stampato sul pacchetto di gomme da masticare Wrigley gusto juicy fruit che il signor Clyde Dawson acquista per 67 centesimi.
Comincia così una delle più grandi rivoluzioni nel mondo dei beni di largo consumo, gettando le prime basi per l’espansione del mercato mondiale e permettendo con l’adozione di un linguaggio univoco la visibilità dei prodotti lungo l’intera supply chain senza confini e senza barriere.
Le organizzazioni EAN in Europa
Nel 1977 viene lanciato il sistema di identificazione standard GS1 anche in Europa: 12 paesi, tra cui l'Italia, fondano EAN (che in seguito diventerà GS1), l'organizzazione non profit per gli standard di identificazione, con sede a Bruxelles.
L'anno dopo nasce quella che oggi è GS1 Italy: si chiama Indicod ed è formata da 60 imprese associate. Oggi GS1 Italy riunisce più di 40 mila imprese di beni di largo consumo, una parte dei due milioni di aziende grandi e piccole che nel mondo utilizzano gli standard GS1.
Chi ha inventato i codici a barre?
Il linguaggio globale del business
Ogni giorno nel mondo, vengono letti più di cinque miliardi di codici a barre GS1.
Sono indubbiamente il segno più noto e universalmente riconosciuto del sistema di standard GS1, utilizzato da due milioni di imprese in tutto il mondo per parlare un linguaggio comune e comunicare senza più barriere, oltre i confini geografici e culturalie permette di sfruttare il potere delle informazioni per migliorare la vita delle persone, e per:
- Identificare in modo automatico prodotti, pallet e luoghi.
- Scambiare informazioni senza errori.
- Gestire con più efficienza la supply chain e tutti i processi di business, anche oltre il largo consumo.