Prevenire e trattare le eccedenze alimentari

La soluzione agli sprechi che nasce dalla collaborazione tra Industria e Distribuzione

Le aziende del largo consumo stanno lavorando insieme per contrastare e ridurre il fenomeno dello spreco alimentare prodotto da industria e distribuzione. Ogni anno un terzo della produzione mondiale di cibo finisce nella spazzatura, pari a 1,3 mld di tonnellate

Con ECR Italia le aziende hanno definito delle strategie efficaci per prevenire gli sprechi condividendo le best practice per gestire le eccedenze alimentari in modo collaborativo.
Queste strategie sono processi strutturati che entrano nella vita quotidiana delle aziende, dalle attività amministrative a quelle operative, e coinvolgono molti attori all’interno dell’impresa.

Prevenzione e trattamento delle eccedenze alimentari: le linee guida ECR

Il documento descrive un approccio collaborativo per prevenire le eccedenze alimentari. Fornisce anche esempi pratici di strumenti di controllo e monitoraggio del processo.

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La gestione dell’eccedenza alimentare: una guida per le aziende della filiera

Un approfondimento su come trattare le eccedenze, i modelli possibili e sulle principali barriere da superare per ridurre l’incidenza degli sprechi. Propone anche, come alternativa di gestione dei surplus alimentari, un focus sulla redistribuzione.

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Lo spreco alimentare: dimensioni e impatti

Con il termine “eccedenze alimentari” si identificano i cibi e i prodotti alimentari che rispondono agli standard qualitativi di sicurezza alimentare, ma non sono acquistati o serviti al consumatore.

Diventano spreco le eccedenze non recuperate per il consumo umano, per l'alimentazione animale o per la produzione di beni o energia.

Ogni anno infatti 1/3 della produzione mondiale di cibo (1,3 miliardi di tonnellate) finisce nella spazzatura, con cause che vanno ricercate sia nelle fasi finali di consumo che nelle fasi di trasformazione e di distribuzione.

Le ricerche ci dicono che ogni anno in Italia vengono generate 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze lungo tutta la filiera, dai campi fino alla tavola del consumatore, pari al 16% del consumo annuo. Di questi 5,6 milioni di tonnellate, circa il 20% è prodotto dalle aziende dell’industria e della distribuzione (fonte: Surplus Food Management Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti Politecnico di Milano e Fondazione Banco Alimentare Onlus, 2015). 

Ed è proprio sulla riduzione di questo 20% che le aziende del largo consumo hanno deciso di concentrare il loro impegno e il lavoro di ECR Italia. 

Il tema della lotta allo spreco è sempre di più da leggersi come un processo che deve essere affrontato in logica di sistema. La ricerca di sinergie nel triangolo produzione, distribuzione, consumo pone le basi non solo alla ricerca di soluzioni, ma soprattutto a quel salto culturale comune che consentirà di raggiungere nuovi equilibri a livello etico ed ambientale migliori.

Carlo Delmenico, direttore responsabilità sociale d’impresa di Sma

La prevenzione è stato il primo ambito di intervento al tavolo di lavoro attivato nel 2013, con la partecipazione di aziende industriali e distributive. L’incontro ha prodotto una prima fotografia dell’entità e delle cause del fenomeno.

Grazie all’approccio collaborativo e di filiera, sono state poi identificate delle strategie di prevenzione e delle best practice che coinvolgono la redistribuzione, il riciclo, il recupero e l’eliminazione delle eccedenze.

In particolare, il gruppo di lavoro ha definito le seguenti aree di intervento:

  1. Misurare per intervenire: ovvero misurare l’eccedenza e sviluppare sistemi di allerta che attivino piani di intervento.
  2. Coinvolgere: migliorare la consapevolezza, coinvolgere e motivare i dipendenti.
  3. Prevedere: migliorare l’accuratezza delle previsioni e massimizzare la disponibilità di prodotto.
  4. Disegnare: migliorare la progettazione del prodotto e dell’imballaggio in ottica sostenibile.
  5. Semplificare: effettuare verifiche e revisioni di gamma alla luce dei possibili impatti in termini di creazione di eccedenze.